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AMBIENTE

Parlamento UE: escludere gli allevamenti bovini dagli obblighi AIA

Giansanti: «accolte le richieste di Confagricoltura a difesa del comparto zootecnico»

Allevamenti intensivi

Allevamenti intensivi (foto Pixabay)

Bruxelles, 25 aprile 2023. Escludere i bovini dagli obblighi delle norme sulle emissioni industriali, confermando quanto attualmente previsto dalla normativa in ambito di allevamenti intensivi. A chiederlo gli eurodeputati della commissione Agricoltura chiamati ad esprimersi sulla riforma della direttiva emissioni industriali. Il parere, che confluirà nel rapporto dell’Europarlamento affidato al Popolare bulgaro Radan Kanev della commissione Ambiente, è stato approvato con 36 voti a favore, 8 contrari e 2 astenuti. Il testo prevede una sostanziale conferma della situazione attualmente vigente, ossia la sola inclusione degli allevamenti avicoli e suinicoli già soggetti ad AIA, l’Autorizzazione Unica Ambientale. La normativa in vigore, varata nel 2010, ha riguardato finora le gli allevamenti avicoli e suinicoli con più di 2.000 suini o più di 40.000 polli. La proposta di nuova direttiva includerebbe anche tutti gli allevamenti di bovini suini e pollame con più di 150 unità di bestiame. Il voto in commissione Ambiente è previsto per il 24 o il 25 maggio.

«Con il voto di ieri sono state accolte le richieste di Confagricoltura a difesa del comparto zootecnico, escludendo gli allevamenti bovini dagli obblighi derivanti dalla Direttiva sulle emissioni industriali, ed eliminando ogni ulteriore aggravio per gli allevatori di suini e pollame». È il commento del presidente dell’Organizzazione, Massimiliano Giansanti, all’esito della commissione Agricoltura dell'Eurocamera, in merito alla proposta di revisione della Direttiva sulle emissioni industriali. Ora il voto passerà in commissione Ambiente.

Confagricoltura ha seguito il dossier da vicino, lavorando insieme al Parlamento europeo e al Copa Cogeca, evidenziando l’insostenibilità dell’applicazione della direttiva sugli allevamenti, già fortemente provati da molte difficoltà che rischiano di compromettere irreversibilmente la produttività delle imprese agricole italiane.

«Riteniamo assurdo ed infondato paragonare gli allevamenti alle attività industriali – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, - dal momento che c’è un impegno forte da parte del mondo zootecnico nel dare una risposta ad una sempre maggiore richiesta di attenzione verso l’ambiente, che vede l’Italia primeggiare sul fronte delle tecnologie innovative e della sostenibilità, come peraltro dimostrano i dati ISPRA rispetto alle emissioni di ammoniaca e gas serra che, negli ultimi 30 anni, si sono ridotte rispettivamente del 24% e 12%»

Sottolineiamo infine come l’inasprimento degli obblighi già esistenti e il conseguente aumento dei costi amministrativi e burocratici per le aziende, metterebbe a rischio l’intero settore, già ampiamente gravato dai vicoli previsti dalla direttiva nitrati. Attualmente solo il 5% degli allevamenti avicoli e suinicoli presenti negli Stati membri rientra nella sfera di applicazione della direttiva vigente; se passasse la proposta della Commissione si salirebbe al 50%.  Il rischio è un taglio drastico di produzione a livello europeo, con la conseguente apertura a maggiori importazioni da Paesi terzi dove vigono regole meno rigorose ma i cui allevamenti hanno un impatto ambientale decisamente superiore a quello europeo.

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