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Sindacale
14.01.2024 - 19:06
Riflessione sul mondo dell’agricoltura a Radio Vaticana, protagonista Riccardo Crotti, presidente di Confagricoltura Lombardia che ha colto l’occasione per mettere a fuoco i principali problemi del mondo agricolo. Con lo stesso presidente abbiamo ripreso e approfondito i concetti espressi.
“Oggi le imprese e le attività produttive, quindi anche le nostre che operano in agricoltura, soffrono di tre principali criticità, ha esordito Crotti: la crisi geopolitica, con le guerre in atto che si stanno espandendo, il costo del denaro dovuto alle misure di innalzamento dei tassi di interesse, al momento solo attenuate, e l’inflazione che, se vogliamo, è parte causa e parte conseguenza dei due aspetti precedenti. Questi fattori messi assieme determinano da un lato, un aumento dei costi di produzione delle aziende, e dall’altro una diminuzione del potere d’acquisto dei consumatori. Il che alla fine significa una stretta ai bilanci delle aziende agricole: più costi e meno entrate. Non è un caso se in tutta Europa si sta assistendo ad una imponente rivolta degli agricoltori. In Germania la miccia che ha acceso la protesta è stato l’annuncio del taglio dei benefici sul gasolio agricolo, ma è evidente che il fuoco era vivo sotto la cenere. E questo è un altro segnale di ciò che stiamo dicendo da tempo: la Pac in essere è inadeguata ai tempi e alle esigenze dei produttori. Penso che una agricoltura forte contribuisce a fare uno Stato forte, concetto che può essere esteso a tutta l’Europa”.
Sollecitato poi dal conduttore della trasmissione, che ha parlato di una evidente frattura tra agricoltori e società civile,legata agli aspetti ambientali e in particolare della sostenibilità, frattura nata nei paesi nord europei e ormai arrivata anche fino a noi, Crotti, ha replicato affermando che: “Si tratta di un serio problema, molto legato agli aspetti comunicativi, area molto ben presidiata da certi movimenti non vicini al mondo agricolo. Ma su questi aspetti-quelli della comunicazione-dobbiamo fare di più e meglio. In ogni caso occorre ribadire che la questione del cibo è centrale, come osservato a più riprese sia dalla Fao e dall’Organizzazione mondiale della sanità, che deve essere disponibile, di buona qualità e a costi accessibili. Dunque ben venga una maggiore attenzione alla sostenibilità, peraltro già ben presente in ambito agricolo visto che il bilancio delle emissioni per noi è positivo, ma attenzione alla disponibilità di cibo e agli aspetti economici ad esso legati: per il nostro paese si tratta di una delle prime voci di bilancio, con un export che ha superato i 60 miliardi di euro lo scorso anno. Per non parlare degli aspetti legati al turismo internazionale: chi viene in Italia vuole ambiente, cultura e buon cibo. Coloro che ci criticano dovrebbero avere una visione più generale del problema. Siamo leader mondiali del cibo di qualità, abbiamo circa 400 prodotti Dop, potremmo definirlo un valore inestimabile ”.
Crotti, su specifica domanda del conduttore, ha parlato degli aspetti e dei rapporti tra agricoltori e politica a livello lombardo. “Rapporti che sono molto buoni nella nostra Regione che è forse la prima regione italiana per il fatturato dei prodotti derivati dall’agricoltura, proprio perché si è compreso il ruolo trainante dell’economia agro-zootecnica. Per questa ragione, tutti i problemi che abbiamo evidenziato in precedenza, in Lombardia, sono attenuati, anche se la presenza di alcuni grandi centri, come Milano, in realtà li potrebbe rendere più complicati. E questo anche grazie ai buoni rapporti costruiti nel tempo con gli amministratori pubblici; la prova di quanto dico è l’anticipo dei contributi della Pac, che da tempo la Regione eroga ai produttori. Un segnale importante e molto apprezzato. La vicinanza con le istituzioni la si vede anche nella gestione di alcune grandi crisi, l’ultima quella della Psa, in provincia di Pavia”.
Infine, il presidente di Confagricoltura Lombardia, ha voluto parlare di un aspetto importante e trasversale a tutte le problematiche economiche e ambientali: la mancanza di un ricambio generazionale. “Il nostro mondo sta invecchiano, le aziende diminuiscono e si allargano, la tecnologia, fortunatamente aumenta e migliora le condizioni di lavoro, ma crea anche qualche barriera in più agli agricoltori più anziani. Il salto di qualità che le nuove tecnologie ci possono fare compiere devono essere gestite da chi le comprende per il meglio e ne può sfruttare tutte le potenzialità: giovani leve, entusiaste e preparate”.
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