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VITIVINICOLO
20.11.2025 - 09:20
Un'annata difficile nel pavese, meglio in altre zone lombarde
Al termine della vendemmia e della vinificazione è tempo di trarre un primo bilancio della stagione vitivinicola lombarda. Ne parliamo con la Presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Lombardia, Ottavia Vistarino.
«Nel pavese la stagione, generalmente parlando è stata molto infelice, a causa delle traversie della cooperativa di Broni che in precedenza aveva acquisito la cantina di Casteggio e poi l’azienda La Versa. Purtroppo queste acquisizioni non hanno avuto un buon seguito, anche per questioni giudiziarie che hanno messo la cooperativa in grosse difficoltà fino ad arrivare recentemente alla sua messa in liquidazione. Tutto ciò ha avuto un impatto particolarmente negativo sulla redditività della vitivinicoltura del pavese. Si è verificato il crollo delle quotazioni dell’uva e di conseguenza anche quello dei terreni impiantati a vite. La conseguenza estrema da parte di qualche produttore è stato addirittura l’abbandono dell’attività».
Con queste premesse si può dire che la situazione vitivinicola in provincia di Pavia si è fatta drammatica. Per contro dal punto vista tecnico le cose sono invece andate un po' meglio.
«L’andamento meteo climatico è andato meglio di quello dello scorso anno. Tuttavia, abbiamo assistito ad una buona vendemmia dal punto di vista qualitativo ed in linea con la media per quanto riguarda gli aspetti quantitativi. La stagione è stata caratterizzata da un buon clima con periodi caldi che avevano fatto presagire una raccolta intorno al 20 di agosto, poi addirittura anticipata al 10-12 agosto per i vitigni da spumante, per i rossi la vendemmia è stata un po' successiva. Però devo segnalare che in agosto, in alcune zone, si sono avute delle grandinate che hanno danneggiato integrità e qualità dei grappoli».
«Vi è poi un capitolo di carattere politico da sollevare - prosegue Ottavia Vistarino - Di fronte alle difficoltà evidenziate, il CDA del Consorzio ha chiesto la possibilità di ottenere una riduzione delle rese consentite dai nostri disciplinari. Richiesta che è stata fatta praticamente da tutta Italia e ovunque accettata. Ma non in Lombardia. La diminuzione delle rese, oltre che da un punto di vista dell’immagine interna al territorio, avrebbe potuto dare un aiuto al sostegno del prezzo e quindi, almeno in parte, alla redditività dell’annata. La situazione dell’Oltrepò è nota alla politica e, come già suggerito in passato, la cooperativa avrebbe dovuto subire il commissariamento, ma evidentemente le decisioni scomode nessuno le ama».
In sintesi, in Oltrepo l’annata 2024 è stata pesantemente influenzata dal problema della Peronospora, per quanto concerne invece la vendemmia 2025, in attesa che si completino le Dichiarazioni di Produzione e di ricevere i dati definitivi, come esperienza dal territorio si evidenzia come le produzioni rientrino all'interno dei massimali dei disciplinari di produzione e che le varietà maggiormente richieste siano state i Pinot (Pinot Nero e Pinot Grigio), il Riesling risulta la varietà meno richiesta dal mercato. Le produzioni, da una prima stima, sono superiori al 2024 (presenza di flavescenza) ma inferiori al 2023 in quanto alcuni vigneti colpiti da flavescenza nel 2024 hanno avuto problemi di lignificazione e quindi di produzione nel 2025.
Dal punto di vista commerciale la vendemmia 2025 è stata influenzata principalmente dall'incertezza dell'apertura della Cooperativa Terre d'Oltrepo (ha aperto dopo la metà d'agosto). Questa incertezza ha obbligato i produttori di uva a rivolgersi a diversi mediatori, i quali hanno stipulato contratti di acquisto uva con aziende vinificatrici/imbottigliatrici, generando un'offerta di mercato superiore alla richiesta con conseguente abbassamento del prezzo.
Un'ultima considerazione è la cessazione di alcune partite Iva e la riduzione di superficie vitata condotta nel 2025.
Nella Provincia di Sondrio la produzione rispetto all’anno precedente risulta inferiore del 20/25% per via dell’elevata piovosità della stagione che ha causato lo sviluppo di patogeni. L’uva raccolta è di buona qualità anche se la pioggia durante le fasi di vendemmia ha generato problemi, in particolar modo per le uve destinate alla produzione dello “Sfursat”.
Nelle Province di Como e Lecco la produzione si è attestata sui livelli dello scorso anno (livelli comunque al di sotto delle attese). La qualità delle uve raccolte è stata ottima a inizio vendemmia per calare verso la fine per via della piovosità. Mediamente il grado zuccherino è stato inferiore a quello dello scorso anno. Nei territori delle due province di Como e Lecco i quantitativi di uve compravenduti sono veramente esigui e per niente rappresentativi.
Nella Brianza Lecchese la stagione è stata caratterizzata dal ripetersi di grandinate (alcune aziende ne hanno subite anche tre) che hanno ovviamente compromesso la produzione.
Per quanto riguarda Brescia, la vendemmia è andata relativamente bene perché non ci sono stati episodi climatici violenti. C’è stata abbondanza di produzione su uve rosse quindi in alcuni casi l’uva non è stata raccolta o è rimasta sulle spalle del produttore. In Franciacorta si rilevano problemi di manodopera con conseguenza di ritardi nella raccolta che ha causato problemi di qualità. Nelle zone dove non si può meccanizzare la difficoltà nel reperimento della manodopera è un problema sempre più gravoso. La provincia di Brescia fondamentalmente produce vini da frigo quindi bianchi e bollicine quindi minor sofferenza sui mercati rispetto alla produzione dei rossi. Anche in Franciacorta si è optato per lo stop ai nuovi impianti. Il Lugana da anni lavora con la riserva vendemmiale che ha portato ad una gestione più assennata della produzione. In generale si registra un’annata nella media quantitativamente. I prezzi delle uve sono in calo a causa della domanda che decresce. Chi aveva contratti di fornitura siglati precedentemente si è salvato dal calo, per gli altri è stato un problema.
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