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A Cremona presentato il "Sistema di qualità nazionale in zootecnia"

Berta: «C'è interesse, ma permangono alcune criticità»

A Cremona presentato il "Sistema di qualità nazionale in zootecnia"

Un allevamento suinicolo lombardo

Di fronte ad una sala gremita di allevatori, il direttore generale dell’assessorato all’agricoltura di Regione Lombardia, Andrea Massari, ha presentato a Cremona "SQNZ - Sistema di qualità nazionale in zootecnia", il progetto per la valorizzazione economica dei tagli di suino che dovrebbe portare alla commercializzazione dei prodotti con l’etichetta “Carne suina da allevamento sostenibile”. I due aspetti fondamentali che caratterizzano il progetto sono il rispetto di condizioni ambientali e di benessere animale. 

«La richiesta di un progetto su questo tema - ha detto Massari - è partita da alcuni allevatori, ci stiamo lavorando da un anno, abbiamo fatto diversi incontri con le organizzazioni professionali ed altre rappresentanze organizzate di allevatori di suini per arrivare alla presentazione odierna del disciplinare di produzione. Il lavoro è stato oneroso, il disciplinare di produzione alleggerito e semplificato rispetto alle prime versioni. Fondamentalmente si compone di due parti: alcune prescrizioni obbligatorie e altre facoltative. Tra queste, due dovranno essere scelte dagli allevatori che aderiranno e avranno tre anni di tempo per applicarle. Oggi e nelle prossime settimane la parola spetterà agli allevatori, a cui chiediamo una manifestazione di interesse al progetto oppure no. Di fatto per farlo procedere è necessaria l’adesione di circa il 30% del patrimonio suinicolo nazionale, che corrisponde a circa 2,4 milioni di suini. Se vi sarà questa adesione preventiva il lavoro dovrà proseguire con un’istanza al Ministero dell'Agricoltura, il quale dovrà poi ottenere il benestare della Commissione Ue».

Davide Berta, presidente della Sezione suini di Confagricoltura Lombardia e vice di quella nazionale, si è espresso manifestando interesse in linea generale, ma sottolineando anche alcune criticità: «È chiara la finalità del progetto che intende valorizzare i tagli di carne dei suini con una certificazione effettuata da un ente terzo, e questo è positivo. Però vi sono delle incognite che lasciano aperti dei dubbi: la prima è sui costi da sostenere per l’adesione, visto che sono richiesti investimenti aziendali per l’adeguamento al disciplinare, e la seconda è relativa ai benefici attesi, dovuti ad una migliore collocazione economica sul mercato di un prodotto etichettato. Già in passato sono stati fatti tentativi del genere, che non sono riusciti a decollare. Forse sarebbe stato meglio mettere degli incentivi iniziali per l’adesione. Ora sarebbe indispensabile avere elementi economici in più su costi e benefici per esprimere un parere circostanziato. Sulla base dei quali potremo poi chiedere ai nostri soci la eventuale disponibilità ad aderire o meno al progetto».

A questa istanza specifica Andrea Massari ha risposto che un'analisi economica del progetto è già prevista a cura del prof. Gabriele Canali, dell’Università di Piacenza, che ha già collaborato alla redazione del disciplinare. Analisi che dovrà essere disponibile per la fine di settembre.   

Lo stesso Gabriele Canali ha fornito qualche elemento tecnico in più a favore del progetto, sostenendo che «viste le quotazioni attuali dei suini, oggi è il momento giusto per investire sul futuro del settore, e per farlo nella direzione richiesta dai consumatori: ambiente e benessere animale. Inoltre, diverse delle indicazioni previste dal disciplinare, ad esempio quelle contenute nelle direttive aria, molto probabilmente diventeranno obbligatorie nel prossimo futuro».

Massari ha concluso l’incontro ricordando comunque che, a differenza di analoghe iniziative del passato, in questa vi è il ruolo pubblico rappresentato dalle Regioni e dal Ministero presenti.

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