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POLITICHE COMMERCIALI

Giansanti e Boselli: «Inaccettabili i dazi del 30%»

Occorre un fronte compatto dell'Unione Europea per sostenere le imprese

Giansanti e Boselli: <Inaccettabili i dazi del 30%>

Giansanti e Boselli

«Nessuno si aspettava i dazi americani al 30%: Donald Trump ci ha applicato dazi corrispondenti a quelli del Messico e del Sudafrica, e francamente noi europei, che siamo una grande potenza economica, politica e un grande alleato degli Usa, ci aspettavamo un trattamento diverso». È quanto ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e alla guida dei 22 milioni di agricoltori europei, nell’intervista di oggi al Corriere della Sera.

Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia si associa a Massimiliano Giansanti nell’esprimere una forte preoccupazione per le ricadute delle nuove tariffe statunitensi sull’intero comparto agroalimentare europeo. «Ci auguriamo un ripensamento americano – hanno precisato – i dazi a questi livelli creerebbero un caos globale, non solo nei rapporti tra Ue e Usa».

«Non dimentichiamo - aggiunge Boselli - che con la svalutazione del dollaro dell’ordine del 10-15%, di fatto viene imposto un ulteriore “dazio” di pari entità ai prodotti europei che vanno negli Usa. La somma totale diventa così insopportabile».

Secondo il presidente di Confagricoltura, la chiave per disinnescare la crisi potrebbe essere l’apertura di un confronto sulle barriere non tariffarie, ancora molto diffuse nel settore agricolo. Ma la questione va ben oltre il semplice scambio di merci: «L’obiettivo americano non è tanto imporre maggiori dazi, ma riuscire ad aprire il mercato europeo e rafforzare l’economia americana. È altrettanto evidente che il nostro interesse è proteggere il nostro mercato che sì, è fatto di standard molto elevati. Questi sono una difficoltà per le imprese americane, ma se non si ragiona in termini di reciprocità, anche con il Mercosur, non ci sarà mai la disponibilità al confronto degli agricoltori. Dobbiamo giocare ad armi pari».

Sulla possibilità di rivedere la regolamentazione europea, il presidente Giansanti non chiude del tutto le porte: «Su alcuni comparti produttivi come la soia, ci può essere uno spazio importante, ma se parliamo di un’apertura tout court del mercato a prodotti Usa che non hanno il nostro standard, o che richiamano impropriamente il nostro sistema di denominazione e di origine, verrebbero sconvolte tradizioni plurisecolari di molti territori europei».

«Sarebbe molto difficile sostituire gli Stati Uniti. È vero che l’Unione europea sta trattando dei nuovi accordi commerciali con Indonesia, Thailandia e India, che sono mercati molto promettenti, ma non particolarmente attraenti per l’agroalimentare». Giansanti, quindi, ha sottolineato la necessità di spingere sul mercato europeo, che alla fine è quello che dà maggiori soddisfazioni alle imprese, e di fare uno sforzo anche per rafforzare il mercato italiano. Quanto all’impegno della Commissione europea, ha aggiunto: «O la Ue dimostra di essere veramente solidale con una politica economica in grado di sostenere il suo sistema produttivo, oppure resteremo solo un grande condominio».

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