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Economico sindacale
26.02.2025 - 05:46
I costi di fertilizzanti, mangimi, energia, ma anche di strutture ed attrezzature sono schizzati
In occasione del terzo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina il quotidiano economico “Il Sole 24 ore" riprendendo uno studio del centro studi “Divulga” ha riportato una sintesi chiara e dettagliata dell’aumento dei costi che questo conflitto ha generato, e che sta ancora generando, sulle produzioni agricole del nostro paese.
Data l’attualità del problema trattato ne riportiamo il testo, citando testata e autore, con il commento di Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia: “In tutte queste valutazioni e commenti sull’aumento dei costi di produzione, che peraltro trovano pieno riscontro nella pratica quotidiana di noi allevatori e agricoltori, mancano due voci importanti sugli incrementi dei costi: il primo relativo all’acquisto e manutenzione di attrezzature e macchinari ed il secondo legato agli investimenti strutturali aziendali. Ve n’è poi un terzo che incide pesantemente sulla gestione: i costi affrontati per danni climatici che stanno diventando sempre più importanti e che purtroppo diventano sempre più frequenti e che non sempre si riescono a coprire con le polizze assicurative”.
Ecco il testo del pezzo citato su “Il Sole 24 ore” del 25 febbraio a firma di Micaela Cappellini.
“Dai fertilizzanti ai mangimi passando per la bolletta energetica tre anni di guerra in Ucraina hanno fatto aumentare i costi di produzione delle aziende agricole italiane del 21 %. Il dato nel giorno del terzo anniversario dello scoppio di conflitto arriva dal centro studi Divulga.
Secondo gli analisti i consumi energetici e per i concimi oggi rappresentano in media un quarto dei consumi intermedi di un’azienda agricola italiana mentre prima della guerra il loro peso era di 1 / 5. E se la spesa per i concimi è scesa del 7 % , il costo per l’energia invece è cresciuto del 66 % e rappresenta la voce che è aumentata di più. A questo poi va aggiunto l’incremento dei costi per i mangimi e per le altre spese del bestiame, che sono cresciuti dell’11% e l’aumento dei costi per i fitosanitari, saliti dell’8% rispetto al 2021, che rappresentano 1 / 3 delle spese di un’azienda agricola.
Le oscillazioni maggiori sono quelle che hanno riguardato i fertilizzanti. In Italia le quotazioni medie di questi prodotti hanno subito una crescita esponenziale proprio nel 2022, anno dell’invasione dell’Ucraina, pari al 173 % in più rispetto al 2019. Successivamente c’è stata una progressiva contrazione dei prezzi, in media – 45 %, ma in ogni caso rimanendo su valori decisamente più alti rispetto al passato. Le quotazioni medie da fertilizzanti registrati a gennaio 2025 si attestano su valori intorno ai 452 a tonnellata, superiori del 49 % al 2019.
Il rialzo delle quotazioni del gasolio agricolo avvenuto nel 2022, più 52 % dal 20219, continua invece a riflettersi ancora sui prezzi attuali, che rimangono del 22 % più alti rispetto a prima della crisi pandemica. Dopo i picchi registrati nel 2022, con valori pari a 1,34 al litro in media; in queste settimane si registra un calo del 20 % a quota 1,08 litro. In ogni caso le quotazioni rimangono ancora oggi ben distanti rispetto a quelle pre – guerra di 0,87 al litro in media per il 2021.
Il conflitto tra luce e Ucraina ha avuto un impatto significativo anche su alcuni prodotti utilizzati per la trasformazione alimentare o per la zootecnica, di cui l’Ucraina è uno dei principali produttori a livello mondiale. Nel 2022, primo anno di guerra, il prezzo medio annuo dell’olio di semi di girasole aveva superato i 1650 dollari a tonnellata, il 123 % in più rispetto al 2019. Stesso discorso vale per il mais, elemento fondamentale dell’alimentazione del bestiame, che nel 2022 ha registrato un prezzo medio di 320 dollari, praticamente il doppio di due anni prima.
A differenza di quanto è successo per il gasolio e fertilizzanti però almeno questi rincari sono progressivamente rientrati seppure con lo strascico di aver appesantito i bilanci delle imprese agroalimentari in particolare quello zootecniche.
Oggi le quotazioni dell’olio di semi di girasole sono comunque più alte del 43 % rispetto al 2019, attestandosi oltre i 1 000 dollari a tonnellata. Quanto al prezzo del mais oggi a quota 191dollari la tonnellata sebbene siano diminuiti del 25 % nel 2024 restano comunque più alti del 12 % rispetto a prima della pandemia.
Infine, il conflitto russo ucraino ha provocato un vero e proprio shock sui mercati energetici nazionali, per quanto questo sia una nota dolente che l’agricoltura condivide alla pari con tutti gli altri settori dell’economia. Nelle prime settimane di febbraio 2025 le quotazioni medie del gas hanno raggiunto un nuovo picco degli ultimi due anni con un prezzo di mercato di 55,3 euro a megawattora lontano dal picco di 232,7 per megawattora dell’agosto 2022 ma in ogni caso con valore ben superiore a prima della guerra. Oggi, infatti, i prezzi si mantengono del 126 % più elevati rispetto al 2019”.
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