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Sindacale
27.01.2025 - 05:10
La zootecnia lombarda e italiana potrebbe essere minacciata dalle crisi sanitarie in atto
Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, nel suo ruolo di presidente del COPA, a Bruxelles alla prima riunione del Consiglio Agricoltura e Pesca (Agrifish) sotto la neo presidenza polacca ha presentato il suo programma di lavoro e le sue principali priorità per il settore primario nel prossimo semestre.
Sarà anche l’occasione per tornare sulla questione sanitaria in zootecnia che per l’Italia è una vera emergenza: Psa nei suini, influenza aviaria, afta e blue tongue nei bovini potrebbero mettere in crisi la zootecnia del nostro Paese.
“Bene ha fatto Confagricoltura a sollevare questo problema, afferma Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia. La nostra Regione detiene circa l’80% del patrimonio zootecnico nazionale ed in questo momento si trova sotto la minaccia dell’influenza aviaria e della Psa. Occorre prendere delle contromisure in grado di salvaguardare il nostro patrimonio zootecnico, le eccellenze produttive che ne conseguono e l'attività degli allevatori”.
Giansanti ha proposto l’attivazione della riserva di crisi dell’Unione che permetterebbe, con l’aiuto delle risorse europee, di affrontare la grave crisi del settore zootecnico.
La proposta era già stata avanzata al ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida per sollecitare un suo intervento in questa direzione. La zootecnia italiana sta infatti affrontando una crisi senza precedenti a causa del diffondersi inarrestabile di diverse epizoozie e del proliferare della fauna selvatica.
I dati relativi all'influenza aviaria sono allarmanti: secondo il bollettino epidemiologico nazionale veterinario, solo nei mesi di dicembre 2024 e metà gennaio 2025 sono stati abbattuti oltre 1.700.000 animali tra tacchini, polli e galline, con un incremento significativo rispetto ai periodi precedenti. I focolai confermati nello stesso periodo sono arrivati ormai a 51 nel domestico e a 77 nel selvatico, con un tasso di crescita che sta accelerando.
Per il comparto suinicolo stanno partendo le procedure per la liquidazione dei danni indiretti subiti dagli allevatori per il periodo 1° dicembre 2023-30 novembre 2024, con un plafond che potrebbe rivelarsi insufficiente rispetto al fabbisogno.
A rendere ancora più complessa la situazione è la conferma della presenza dell’afta epizootica, virus ad altissima morbilità, in campioni prelevati da alcuni bufali presenti in un allevamento tedesco nel Brandeburgo e per cui si auspica la messa in atto di tutte le misure possibili per evitare il diffondersi della patologia.
Nonostante l’impegno del ministro Lollobrigida nel reperire le risorse stanziate, la gravità della situazione supera le capacità finanziarie di intervento attualmente disponibili rendendo impossibile garantire un adeguato indennizzo ai produttori colpiti.
Per fronteggiare l’emergenza sanitaria l’istituzione di un fondo nazionale per le emergenze zootecniche che possa attingere al cofinanziamento comunitario, come già avvenuto in passato per l’aviaria, aumenterebbe la leva finanziaria degli interventi compensativi.
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