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Analisi regionale
30.05.2024 - 17:46
Piogge, campi ‘in ginocchio’
Cresce la preoccupazione degli agricoltori per una situazione meteorologica che nei giorni scorsi ha scaricato una grande quantità d’acqua sui campi. Il fenomeno è stato oggetto di una puntuale ricognizione di Confagricoltura Lombardia, illustrata in un documento inviato al nazionale. Viene tra l’altro sottolineato come «l’eccesso di precipitazioni stia mettendo sempre più a dura prova l’intero sistema agricolo, anche in prospettiva stagionale. Il ritardo nelle semine e le diffuse necessità di risemina innescheranno fenomeni di prossime concomitanze di esigenza irrigua, dove il limite e le difficoltà potrebbero non essere rappresentate dalla mancanza di risorsa ma da limiti infrastrutturali nella capacità di veicolare tutta l’acqua necessaria, come già è accaduto nel 2018».
I fenomeni di concomitanza rischiano poi di impattare anche sulla raccolta dei prodotti, dove la scalarità delle semine e dei trapianti è già stata vanificata dalle sfavorevoli condizioni meteorologica degli ultimi 30 giorni; si rischia così di avere prodotti tutti pronti alla raccolta nell’arco di poche settimane, e sarà particolarmente critica la situazione del pomodoro.
«Tutte le coltivazioni sono in ogni caso interessate da un ritardo colturale di almeno 15 giorni, quelle in post emergenza o pluriennali (frutteti, vigneti e foraggere) sono interessate inoltre da patologie fungine enfatizzate dall’eccesso di pioggia. A questo si aggiungono criticità innescate da esondazioni localizzate che hanno cagionato danni al reticolo irriguo e, localmente, hanno ulteriormente compromesso la situazione laddove l’acqua esondata si è sommata alle precipitazioni. Non devono poi essere sottovalutati gli impatti diretti ed indiretti su allevamenti e produzioni agro-energetiche, conseguenti alle probabili minori produzioni».
Una prima stima dei danni, aggiornata alla prima metà di maggio, passa in rassegna la situazione delle colture maggiormente colpite.
Mais: le coltivazioni già in emergenza sono in pesante stress da eccesso di pioggia, con i primi casi di asfissia e necessità di risemina, ai quali si aggiunge la problematica connessa al reperimento del seme. In numerose realtà deve ancora avvenire la semina. Si tratterebbe di circa il 15% in provincia di Pavia, del 20% a Mantova, fino ad arrivare al 70% in provincia di Cremona. Se sarà possibile seminare, si dovrà per forza scegliere classi a ciclo più corto; cioè, da 6-700 a classi di 4-500, con conseguente calo produttivo medio del 30% minimo, oltre che qualitativo. Al perdurare della situazione si rischia l’abbandono delle quote non ancora seminate. Cerali autunno-vernini: ci sono allettamenti diffusi su tutto il territorio, anche a causa della grandine. Si assiste ad una diffusa azione fungina che sta limitando la produzione, e a numerosi casi di asfissia per eccesso di pioggia, oltreché all’impossibilità di effettuare trattamenti e concimazione di copertura. Il perdurare delle precipitazioni e delle oscillazioni termiche sta compromettendo la qualità del prodotto in maturazione, con annessa perdita proteica del prodotto e conseguente rischio di ulteriore deprezzamento.
Riso: si ha un diffuso ritardo della semina, con molte camere ancora da preparare in conseguenza dell’inaccessibilità per eccesso di pioggia. Si stima che almeno il 35 / 40 % della superficie a riso debba ancora essere preparato e/o seminato. Il riso seminato sta subendo pesanti stress causati dall’escursione termica, soprattutto quello seminato a file interrate che non può beneficiare dell’effetto di smorzamento termico assolto dal manto idraulico. Al perdurare della situazione, si rischia l’abbandono delle quote non ancora seminate.
Soia: si segnalano ritardi nelle semine, con punte dell’80% in provincia di Mantova.
Pomodoro: le diffuse difficoltà nel trapianto stanno concentrando le attività in poche settimane, compromettendo la calendarizzazione delle azioni per distribuire temporalmente la raccolta e la consegna negli impianti di trasformazione. I trapianti già effettuati sono in pesantissimo stress da eccesso di pioggia (allagamenti diffusi) ed esposti ad attacchi fungini difficilmente gestibili anche per problematiche di accesso a fondi talvolta impaludati. In questo caso si stima un calo produttivo del 30%.
I prati avvicendati e non avvicendati sono stati tagliati al momento per non più del 30% della superficie, e ciò sta comportando il fatto che il foraggio ancora da tagliare peggiora di qualità giorno dopo giorno, rendendo difficile se non impossibile la fienagione.
Si segnala infine, soprattutto in provincia di Varese, la compromissione della quasi totalità del raccolto di miele di acacia. Ulteriori criticità potrebbero emergere in conseguenza della concomitanza di fabbisogno irriguo nei mesi di giugno e luglio (come già richiamato), non per carenza di risorsa ma per limite infrastrutturale della rete a rispondere a tutte le domande di irrigazione, che rischiano di non essere distribuite temporalmente in più settimane ma concentrate in singoli turni irrigui sovrapposti.
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