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Cerealicoltura

Cereali a paglia, con questo clima avvantaggiate le semine autunnali precoci

Nodari, I mercati soggetti a clima e tensioni geo politiche

Campo di cereali

I cereali autunno vernini stanno subendo il clima di una primavera fredda e piovosa

Questa bizzarra primavera con molte piogge in pianura, neve in montagna e freddo intenso diffuso su tutto il Nord Italia se da un lato sembra garantire una buona disponibilità idrica per la stagione in corso da un lato fornisce qualche motivo di preoccupazione per la cerealicoltura lombarda: le semine del mais che si sono protratte più avanti del solito mentre per i cereali a paglia con semina autunnale la ripresa vegetativa deve fare i conti con precipitazioni e freddo inusuali per il periodo.

Ne parliamo con Fausto Nodari, agricoltore in provincia di Brescia e presidente della sezione proteoleaginose di Confagricoltura Lombardia che per cominciare fornisce un quadro quantitativo del frumento in Lombardia: “Nel 2023 nella nostra Regione risultano essere stati seminati 70.443 ettari con una produzione complessiva di 437.569 tonnellate, superficie e produzione nettamente in aumento rispetto alle due annate precedenti. Nel 2022 gli ettari seminati a frumento erano stati 56.982 per una produzione di 333.912 tonnellate.  L’incremento registrato è stato dovuto, dapprima, all’andamento dei prezzi sui mercati internazionali in tensione per le vicende geopolitiche e poi confermato per gli impegni legati alla Pac, in particolare il Farm to Fork. Ancora non abbiamo i dati certi delle semine per la stagione 2014/15 ma le stime le danno in rallentamento: almeno del 5%”.

E allora sul merito dell’andamento di questa annata chiediamo a Nodari di fornire qualche elemento più specifico sui cereali a paglia e alla reazione che questo stanno avendo rispetto al meteo.

“In relazione alle semine autunnali qualcuno è riuscito a seminare anticipatamente rispetto al periodo classico perché c’erano condizioni di terreno favorevoli. Poi sono arrivate le piogge che hanno obbligato a protrarre le semine alle fine di novembre e in quel periodo i terreno erano piuttosto bagnati. Valutando la scelta a posteriori, ha avuto ragione chi ha seminato in anticipo. Quei frumenti seminati per primi, oggi, sono già in spigatura, le piantine hanno avuto un corretto sviluppo fenologico. Quelli seminati dopo, invece, hanno accestito un po’ in ritardo e hanno affrontato la fine dell’inverno con un terreno compatto, poi fortunatamente ammorbidito dalle piogge. Al momento sono ancora in fine levata o alla botticella. Ma in entrambi i casi sembra che non ci siano stati problemi particolari. Ma adesso è importante intervenire con i trattamenti antifungini in attesa del rialzo delle temperature. Condizioni che si presentano favorevoli per gli attacchi parassitari. In conclusione, possiamo dire che per i frumenti seminati in anticipo abbiamo speranze per un buon raccolto, per gli altri occorre molta prudenza, effettuare i trattamenti corretti e sperare che il prosieguo della stagione possa consentire una loro ripresa”.

Per quanto riguarda i mercati Nodari è prudente, non si sbilancia, e la mette sul piano internazionale: “La situazione non è semplice, per due aspetti: il primo è rappresentato dal clima che se da noi ha fatto le bizze potrebbe essere siccitoso nell’Europa dell’Est e quindi influenzare le previsioni ed i raccolti in Russia ed Ucraina; il secondo aspetto riguarda ancora una volta le tensioni geo politiche sempre in quell’area che potrebbero avere pesanti ripercussioni sulle quotazioni del tenero. E poi, essendo il frumento, una commodity di livello mondiale con implicazioni sul commercio internazionale le variabili in gioco sono molte di più”. Insomma, meglio aspettare un po' a fare previsioni.

 

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