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Agricoltura rigenerativa
08.03.2024 - 10:08
Il ripristino della fertilità del suolo è alla base dell'agricoltura rigenerativa
L’agricoltura rigenerativa può essere il futuro del settore primario? La risposta è certamente sì. Ed è scaturita nel corso del convegno organizzato a Roma dalla Accademia Nazionale delle Scienze dei XL (Quaranta) in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili. Perché e come è stato spiegato nel corso del convegno dai relatori, ma anche cosa si intende per Agricoltura rigenerativa, per la quale non esiste una definizione univoca e precisa.
Amedeo Reyneri, della Facoltà di agraria dell’Università di Torino: “L’agricoltura rigenerativa si basa su due priorità: cambiamento climatico e rigenerazione della fertilità del suolo. Ma si prefigge anche di aumentare la produttività utilizzando tecniche agronomiche e tecnologie innovative, con la valorizzazione dei reflui e del carbon farming. Le colture più produttive sono anche quelle che hanno un minore impatto ambientale. Con il carbon farming è possibile innovare il sistema agricolo; oggi i crediti di carbonio non sono molto valorizzati in termini economici ma si possono aprire prospettive interessanti”.
Occorre guardare all’obiettivo senza porre troppi limiti o vincoli produttivi ma puntando sulla incentivazione. E questo è un suggerimento per una nuova forma di impostazione politica. “Inoltre, per ottimizzare i fattori produttivi, bisognerà puntare sull’allargamento delle dimensioni, passando dalle aziende singole alle reti di imprese e ad una organizzazione produttiva di livello territoriale”.
Ad indicare la necessità di una evoluzione del sistema agricolo produttivo lo ha spiegato Luigi Sartori dell’Università di Padova: “Negli ultimi 40 anni è stata persa dalla produzione una superficie pari a quella di Lombardia ed Umbria messe insieme: 3,3 milioni di ettari. Ma vi è stato anche un degrado del suolo agrario: erosione, perdita di carbonio e sostanza organica, ma anche compattazione, desertificazione. L’agricoltura rigenerativa potrebbe essere una cura: sfrutta i processi agricoli che ci sono in natura; oggi le ridotte lavorazioni al suolo fanno registrare le stesse produzioni ottenibili con quelle tradizionali ma con costi decisamente inferiori e minori emissioni in atmosfera”.
Dario Frisio dell’Università di Milano ha ripercorso la storia dell’agricoltura moderna e di come questa porti oggi ad una ulteriore e necessaria trasformazione: “Nell’ottocento le produzioni agricole sono aumentate per l’aumento della superficie coltivata; nel ‘900 sono aumentate per il maggiore sfruttamento del terreno. Poi è cominciato il degrado. Oggi dagli Usa stanno venendo nuove indicazioni per invertire la tendenza usando nuovi concetti come il modello detto Frontiera delle Possibilità Produttive”. Frisio ritiene che sia ancora troppo presto per trarre delle conclusioni di tipo economico sulla loro validità, ma il fatto che siano coinvolte molte società private di grandi e piccole dimensioni che vi investono risorse, anche ingenti, lascia intendere che si prevedano buoni ritorni.
Un ulteriore aspetto in grado di fornire il suo contributo allo sviluppo dell’agricoltura rigenerativa è senza dubbio la possibilità, che sembra finalmente più vicina, dell’impiego delle Tea, tecniche di evoluzione assistita, come ha spiegato Stefania Masci dell’Università di Viterbo. Con queste si possono abbreviare i tempi per la selezione di nuove e più resistenti varietà, sia alla siccità che ai parassiti, ma anche in grado di migliorare la produttività.
Esperienze di campo condotte con le tecniche della semina su sodo sono state riferite da Marco Pasti, imprenditore agricolo veneto, che da circa venti anni sperimenta in una parte della sua azienda questa tecnica con buoni risultati produttivi, un miglioramento del contenuto in sostanza organica del suolo ed un miglior controllo delle infestanti grazie al ricorso delle colture di copertura. Tuttavia, Pasti ritiene che la tecnica debba essere ancora migliorata, in particolare per il controllo di chiocciole e limacce e per limitare alcuni fenomeni di allettamento.
Conclusioni del convegno affidate a Deborah Piovan, imprenditrice agricola e membro dell’accademia dei Georgofili che nel sintetizzare i punti salienti dei singoli interventi ha sottolineato l’approccio al tema multidisciplinare con metodo scientifico, l’unico in grado di fornire certezze e nel caso di correggere sé stesso. L’ agricoltura rigenerativa si basa sulla protezione del suolo che è limitato ed è una risorsa da preservare e sulla quale fondare il lavoro dell’agricoltore. L’importante è raggiungere gli obiettivi usando tecniche e innovazioni misurabili e quantificabili. Per il futuro occorre valorizzare l’agricoltura in grado di catturare il carbonio e contenere le emissioni. La via è il mercato che vuole dire trasparenza e sostenibilità del business.
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