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Latte, le tendenze
08.08.2023 - 16:28
Il latte al centro di uno studio OCSE - FAO
Quale sarà il futuro della produzione del latte, del suo consumo e del commercio internazionale dei derivati? Buono, secondo l’OCSE e la FAO, che hanno sviluppato un completo studio sul tema nell’arco del prossimo decennio, dal 2023 al 2032. Ma non sarà così ovunque: se il trend positivo è previsto a livello mondiale, nell’Unione Europea le cose potrebbero essere più complicate a causa di nuovi “sentiment” dei consumatori.
Nel loro rapporto l’Ocse e la Fao affermano che le preoccupazioni relative alla salute, all’ambiente al benessere degli animali sono di crescente importanza. In queste prospettive, in altre parole, la scelta del consumatore su questi criteri avrà un deciso impatto sulla domanda.
Anche la legislazione ambientale potrebbe avere importanti ripercussioni sullo sviluppo futuro della produzione lattiero casearia. Poiché allo stato attuale le proiezioni per un aumento della produzione aumenteranno inevitabilmente le emissioni di gas serra. Solo miglioramenti nella efficienza degli allevamenti da latte possono rallentare questa tendenza. Anche il cambiamento climatico e gli eventi metereologici estremi potrebbero modificare queste proiezioni.
Per adattarsi a queste tendenze i produttori ed i trasformatori Europei dovranno cercare di sviluppare prodotti con un maggior valore aggiunto in grado di consentire loro di avere maggiori margini.
Tornando al livello su scala globale il settore dovrebbe offrire buone prospettive perché i consumi dei prodotti lattiero caseari sono previsti in aumento. In particolare in India, Paksitan e alcuni diversi paesi africani. Il consumo pro-capite dovrebbe aumentare dello 0,8% l’anno ed è strettamente legato all’aumento dei redditi in quei paesi.
La produzione mondiale di latte è prevista in costante aumento nel decennio considerato, per raggiungere 1.039 Mt nel 2032. Secondo le previsioni l’India ed il Pakistan dovrebbero rappresentare oltre la metà della crescita totale nella produzione di latte ed oltre il 32% della produzione globale al 2032. Il numero dei capi in questi paesi dovrebbe aumentare in modo deciso, l’aumento della produzione, previsto in un più 1,5% l’anno, dovrebbe derivare soprattutto da una migliore produttività per capo. Dovuta ad una gestione più efficiente degli allevamenti, da un netto miglioramento genetico nella selezione del bestiame e da una più razionale alimentazione degli animali.
Se il trend è generalizzato, al contrario, la produzione di latte nella Ue, il secondo produttore di latte al mondo, dovrebbe diminuire leggermente a causa della diminuzione dei capi da latte allevati ed al rallentamento della crescita delle rese. Inoltre la domanda interna dovrebbe ristagnare a causa della bassa crescita demografica, del minor consumo pro capite di prodotti lattiero caseari freschi, delle politiche incentrate sulla transazione verso una produzione più sostenibile, nonché dello sviluppo della produzione biologica e dei sistemi di produzione basati sul pascolo che hanno rese inferiori rispetto a quelle convenzionali.
Per quanto riguarda i prezzi l’Ocse prevede che i prezzi del burro e del latte scremato in polvere dovrebbero diminuire leggermente nel periodo di proiezione, poichè l’attrattiva dei prezzi attuali porta ad un aumento dell’offerta. I prezzi mondiali del latte intero in polvere e del formaggio risentiranno dell’andamento dei prezzi del burro e del latte scremato in polvere a seconda del loro rispettivo contenuto di grassi e altre sostanze secche.
E il commercio mondiale? Nessun cambiamento di rilievo rispetto agli orizzonti attuali: l’ Ue dovrebbe mantenere il suo posto accanto a Stati Uniti e Nuova Zelanda. A lungo termine rappresenterebbe circa il 65% delle esportazione di formaggi, il 70% delle esportazioni di burro e il 79%delle esportazioni di latte scremato in polvere nel 2032.
Secondo lo studio OCSE – FAO il commercio di prodotti lattiero caseari si intensificherà tra i principali paesi esportatori, ma si affacceranno alla ribalta internazionale nuovi attori. L’India ad esempio, il primo produttore e consumatore mondiale di prodotti lattiero caseari, il suo ingresso nel mercato internazionale potrebbe avere forti ripercussioni e rimescolare le carte del commercio internazionale del dairy . Già oggi, secondo l’Ocse, alcuni caseifici indiani sono attualmente interessati ad esportare nei paesi limitrofi.
Dunque, dallo studio OCSE-FAO, emerge chiaramente una dinamica contrastante: mentre nei paesi occidentali, rallentano produzione e consumi, gli stessi sono previsti in forte aumento in alcune aree in forte crescita e sviluppo come India e Pakistan. Con la prima in particolare che potrebbe diventare anche un forte competitor su scala mondiale a livello commerciale.
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