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IL VERDETTO
14.07.2023 - 17:39
Presidente Cortesi
Nuova, importante vittoria della scienza contro la disinformazione sul tema glifosato.
L’Efsa (L’Autorità europea per la sicurezza alimentare) infatti ‘non ha individuato alcuna area di preoccupazione critica in relazione al rischio che esso comporta per l’uomo, gli animali o l’ambiente’.
Lo ha comunicato la stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare, annunciando le conclusioni della propria valutazione sull’impatto del prodotto: «Adesso – sottolinea Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova – tocca alla Commissione Europea elaborare una proposta per gli Stati membri dell’Unione sull’utilizzo della sostanza, la cui autorizzazione è in scadenza il 15 dicembre prossimo. Proposta che dovrà prendere atto delle evidenze scientifiche raccolte dall’Efsa. L’uso del glifosato in agricoltura è un tema che rientra in quello più ampio relativo agli strumenti a disposizione delle nostre aziende agricole per fare fronte ai cambiamenti climatici. Tra questi strumenti ci sono proprio i prodotti chimici che, in attesa di valide alternative, restano importanti alleati per garantire i livelli produttivi».
Il tema della salute umana non può essere mai preso sottogamba, lo dimostra l’accuratezza con cui Efsa ha operato. Il parere dell’Autorità era atteso nel luglio dell’anno scorso, slittando al luglio 2023 per via della mole della documentazione raccolta e valutata. In una nota l’Autorità informa di aver ricevuto 368 risposte nell’ambito della consultazione pubblica, e 2400 commenti, pervenuti da esperti che operano negli stati membri dell’Unione Europea. Il dossier prodotto, e alla base del parere, supera le 3.000 pagine. Inoltre, va ricordato che anche l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa), un anno fa, era giunta alle stesse conclusioni dell’Efsa, affermando che la valutazione dei pericoli posti dal glifosato non soddisfa i criteri scientifici che ne giustifichino la classificazione come sostanza cancerogena, mutagena o reprotossica.
«A questo punto – conclude Cortesi – auspichiamo che determinati ambienti e determinate correnti di pensiero, di fronte all’ennesima evidenza scientifica, la smettano una volta per tutte di pronunciarsi contro una pratica che, per l’appunto, è dimostrato non sia nociva, né per l’uomo, né per gli animali, né per l’ambiente».
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