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ASSEMBLEA NAZIONALE

LE PRIME CONSIDERAZIONE DI CROTTI

Crotti, le imprese al centro dell'attenzione della politica.

LE PRIME CONSIDERAZIONE DI CROTTI

Il presidente Crotti e Bruno Vespa

“Quella di Confagricoltura è stata una tre giorni assembleare veramente impegnativa e finalizzata a mettere a fuoco le esigenze del settore e le sue prospettive future declinate sotto molti punti di vista: economico, politico, sociale e ambientale. Torniamo a casa tutti più arricchiti e dobbiamo ringraziare Confagricoltura ed il presidente Giansanti per lo sforzo organizzativo compiuto.” È questo il commento a caldo di Riccardo Crotti, presidente di Confagricoltura Lombardia di rientro dai due giorni di assemblea pubblica oltre a quello interno relativo alla base confagricola. “Avremo molti motivi di riflessione e di valutazione sui diversi argomenti che sono stati lanciati in primis alla classe politica ma che coinvolgono tutta la struttura confederale inclusa la sua base sociale fatta da imprenditori”.

Una delle cose che più ha colpito chi ha seguito i due giorni di assemblea pubblica è stata la coincidenza che ha visto da un lato il parlamento europeo votare e approvare, con una maggioranza risicata la “Nature restoration law” che mette nel mirino l’attività agricola con l’indicazione di rinaturalizzare il 10% di terreno, mentre aumenta la richiesta di cibo e di produzione, e dall’altro il Senato italiano che indica negli agricoltori i tutori del territorio. “Sono due visioni decisamente contrapposte, dice Crotti, indicative di due orientamenti politici agli antipodi. Quello approvato dal Senato caratterizzato da buonsenso e pragmatismo, quello del parlamento europeo decisamente ideologico”.

Il presidente Giansanti ha presentato nel suo intervento un quadro esaustivo dell’agricoltura italiana, con più di un cenno anche a quella europea e alla Pac ormai inadeguata alle esigenze di una moderna agricoltura, mettendo l’accento su alcuni aspetti cruciali, come la preoccupazione per l’aumento dei tassi di interesse che alimentano inflazione e aumento dei costi di produzione, il livello di autosufficienza della nostra agricoltura pari al 75% e che potrebbe facilmente arrivare a coprire il 100% dei consumi se venisse lasciata libera di produrre. E poi la necessità di attivare un piano strategico per l’agricoltura nazionale che manca da decenni. Ma anche gli aspetti legati alla opportunità offerta dal Pnrr a condizione che vengano ben individuati obiettivi e strategie di investimento. Ci sarebbero domande per 11 miliardi di investimento a fronte di una disponibilità di soli 800 milioni. E questo sta a significare la volontà e la capacità dei nostri imprenditori di essere disposti a investire e ad innovarsi anche in tempi come gli attuali.

Tutti messaggi che sono stati lanciati ad un parterre di tutto rilievo, si sono alternati sul palco sei ministri, sottosegretari e giornalisti di alcune tra le testate giornalistiche più importanti a livello nazionale, oltre a testimonianze di imprenditori dell’agro industria nazionale che hanno testimoniato le loro iniziative e le loro necessità.

Chi fosse interessato ad approfondire gli argomenti trattati può seguire gli atti dell’assemblea sul collegamento qui sotto.

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Inoltre, più ampi servizi saranno disponibili sul prossimo numero del Corriere agricolo.   

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